Chi viene da Serrapetrona, oltrepassando Castel S. Venanzio, scende sul fondo della valle del Cesolone e, subito dopo il ponte, sulla sinistra del rio incontra il piccolo pulito caseggiato di Sasso Marozzo. Risalendo il versante meridionale del monte d'Aria per la nuova strada a tornanti giunge a Villa d'Aria, oggi un lindo villaggio accovacciato tra il verde. Il suo nome, esteso poi alla montagna, E possibile derivazione dal latino area (aia), di probabile attribuzione benedettina. Nel 1961 contava ancora 101 abitanti, ridotti oggi ad appena qualche decina. La chiesa di S. Elena e' suffraganea della plebale di S.Lorenzo in Castel S. Venanzio ed e' ricordata in un rescritto di Innocenzo III che ne assegnava la giurisdizione al monastero di S. Marino in Val Fabiana. Il villaggio fu assegnato, insieme a tutto il territorio di Serrapetrona, al distretto del comune di Camerino dal privilegio del rettore della Marca Sinibaldo Fieschi nel 1240. Sguarnito di fortificazioni fu conteso a Camerino dai ghibellini di S. Severino M., piu' volte preso e ripreso dalle due parti durante il sec. XIII, come documenta il Libro Rosso del comune di Camerino per gli anni 1258 e 1272. Divenuta autonoma la plebale di S. Lorenzo d'Aria in Castel S. Venanzio, il titolare di questa nei primi anni del '500 pagava al capitolo della cattedrale di Camerino per la sua chiesa e per la cappella di S. Elena d'Aria una gabella di 20 lire. L'edificio sacro e' una modesta costruzione a capanna e capriate scoperte, lunga e bassa senza alcuna pretesa architettonica. Nel suo interno e' custodita una croce di legno con dipinto a tempera il Crocifisso col nimbo crucigero giallo, ad imitar l'oro, ed alle estremita' dei bracci trilobati i simboli degli evangelisti, ciascuno con un libro aperto dove si leggono in corsivo gli inizi dei corrispettivi evangeli. Le due tavolette, fissate al piedistallo da cui si eleva la croce contornata da cornice dorata e rappresentano la Maddalena e S. Giovanni ev.. Appartenevano alla stessa tavola ed erano attaccate ad essa sotto le ascelle del Cristo. Il dipinto assai pregevole ed immune da ritocchi, e' stato dipinto nel sec. XV. Lo si attribuisce alla scuola crivellesca. Nel febbraio 1980 a monte del tronco stradale che sale al villaggio, durante i lavori per la fognatura, fu scoperta una tomba col fondo e i fianchi rivestiti di pietra e contenente tre scheletri.
Salendo da Villa d'Aria in vetta al monte dello stesso nome per la strada oggi resa agevole si arriva ad un'ampia sella prativa, (m.762) non lontano dalla Fonte Cipolla, dov'e' un rifugio ed una piccola chiesa, sosta riposante e tranquilla per giganti ed escursionisti, con vario e vasto panorama. Di qui una nuova strada sale ad ovest alla cima del monte dov'e' installata una stazione Telecom, con antenne ed apparecchiature per la teleselezione. Sfiora la cima e scende rasente al rifugio il metanodotto Ancona-Roma. Chiesa e rifugio furono costruiti sul luogo di un precedente piccolo rifugio con volta a botte nei primi anni del sec. XVIII con le offerte degli abitanti di Villa d'Aria a Castel S. Venanzio ed inaugurati il 5 agosto 1714, festa della Madonna della Neve. La festa annuale, che richiama numerosi montanari della zona, dava occasione ad una fiera di merci e bestiame che venne a cessare alla fine del secolo scorso. Il complesso fu restaurato ed ammodernato tra l'agosto 1963 ed il settembre 1965 per opera del vicario parroco Maurizio Mauri. Nessuna pretesa monumentale: la costruzione a capanna si stende bassa nel senso della facciata a sostenere la furia delle bufere invernali, con un'appendice leggermente ribassata sul fianco destro a tinta piu' smorta. Sviluppata su pianta rettangolare e' interamente suddivisa in tre parti e quattro ambienti: uno stretto atrio si allunga davanti al santuario col quale comunica attraverso vetrate; al centro si trova un altare massiccio staccato dalla parete. Sulla fiancata destra e per tutta la profondita' della costruzione si aprono due locali ad uso rifugio persone. Fuori del recinto รค stato costruito un rifugio per il bestiame pascolante sulla montagna. Con la sistemazione del metanodotto venne a formarsi una spianata piu' davanti la chiesa, fu ampliata e livellata la strada per Villa d'Aria e migliorata quella che scende a S. Severino M. presso il convento di S. Pacifico. La festa in questi ultimi anni e' stata trasferita alla prima domenica di agosto.
Da memorie trovate nell'archivio del Comune di Serrapetrona in una delibera del 4 ottobre 1885 risulta che: la fiera di merci e bestiame che si era sempre celebrata per tutta la zona presso il santuario della Madonna del Monte o della Neve sul monte d'Aria il 5 agosto, fu trasferita a Serrapetrona con decreto prefettizio del 28 ottobre 1863 e fu spostata al giorno seguente 6 agosto, perche' il giorno 5 c'era una grande fiera a S. Ginesio e molto concorso di popolo per la Festa della Madonna della Neve. Successivamente, cioe' nell'anno 1885, fu definitivamente anticipata al giorno 20 luglio di ogni anno. Tutto questo risulta dalla summenzionata Delibera.