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Il Convento e la Chiesa di San Francesco

Secondo la tradizione San Francesco, nel suo passaggio attraverso la Marca di Camerino, avrebbe fondato il convento di S. Michele Arcangelo su di un poggio in vocabolo Buttaro, o Ventigliano, nel punto dove ancora stende la sua ombra la monumentale, ritenuta millenaria, quercia dei frati. Il luogo è sulla destra della strada che, dopo il bivio per Tolentino, va a Borgiano, in un terreno della famiglia Peda. Il convento dopo circa un secolo era diventato inospitale, minato per occasione di acque e lame (frane), al dire del Civalli. Un breve di Giovanni XXII diretto al ministro provinciale dei frati minori della Marca da Avignone il 13 agosto 1322, in considerazione che il fabbricato era adeo in loco pericoloso, suspecto et dubio situatus che i religiosi non vi potevano svolgere tranquillamente il proprio servizio, ne autorizzava il trasferimento vicino al castello di Serrapetrona in loco magis commodo, idoneo et securo (1). L'anno 1325 una certa Fiora, vedova di Atto di Berardo, lasciava tre ducati d'oro per i milioramenti della chiesa ed il Civalli precisa che il lascito era destinato ai restauri di S. Michele di Ventiliano. Ciò indurrebbe a pensare che il trasferimento dei frati fosse ancor lontano. Nella comunità francescana, dipendente dalla custodia di Camerino (2), viveva un santo frate, Giovanni, nato a Serra circa l'anno 1292. Alle sue premure pare si debba la decisione del pontefice, ma è certo che egli si adoperò alacremente alla nuova fabbrica lavorando lui stesso da operaio muratore tanto che gli fu dato il soprannome "della Martella", o "del Martello", dall'arnese usato. La chiesa, se non anche il convento, era già ultimata quando il frate morì il 28 febbraio 1331 in fama magnae sanctitatis viri e vi fu sepolto. Il Necrologio dei Minori Conventuali ne fa la commemorazione il 12 marzo (3), mentre il comune di Serrapetrona ne aveva stabilita la festa solenne il 5 aprile, mantenendo fede ad un impegno degli statuti (I,1) che, tra le altre celebrazioni sacre, sancivano quella del santo frate Giovanni il cui corpo riposa presso il convento dei frati minori di Serra. Il nuovo convento è menzionato dagli storici francescani già nell'anno 1343. Lo stesso Civalli annota che la consacrazione e intitolazione della chiesa a S. Michele arcangelo era celebrata secondo il calendario di un antichissimo salterio la quarta domenica di luglio e che con quel titolo era indicato il convento nelle antiche scritture (4). Ciò conferma che la intitolazione del convento e della chiesa a San Francesco venne molto più tardi, contrariamente a quanto afferma il Bacchini. Il vescovo di Camerino Nuccio di Salimbene, con diploma del 10 ottobre 1401, concedeva l'indulgenza di 40 giorni alla chiesa di S. Michele di Serrapetrona nelle feste della Vergine, degli apostoli e dei santi Michele arc., Francesco, Antonio (!) Lodovico, Caterina e Lucia. Ancora nel 1473 gli Statuti (I,2) fanno menzione della chiesa sancti Michaelis Archangeli seu loci fratrum minorum. Ci sembra giusta l'osservazione del Servanzi Collio che col sec. XIV, in seguito al trasferimento dei Conventuali vicino alle mura di Serra, cominciarono ad aver consistenza fatti e persone, insomma cominciò la storia sacra e civile del castello. La comunità francescana infatti dette notevole lustro all'Ordine con i numerosi valenti personaggi che ne uscirono e con la realizzazione di notevoli opere d'arte a decoro del tempio. La popolazione ricambiava con la stima e la generosità verso i frati. Gli statuti (I,4) stabilivano che ogni anno a settembre il comune provvedesse le tonache ai frati con la spesa di dieci lire e fornisse loro la legna con la somma di tre lire. Più tardi un breve pontificio (26 novembre 1500) concedeva alla famiglia religiosa di ricevere dal comune 140 o 150 libbre di sale ogni anno. Tuttavia qualche maldestro individuo dovette abusare della bontà e arrendevolezza dei francescani se è vero che nell'archivio parrocchiale il Servanzi Collio lesse una bolla di scomunica di Sisto IV in data 5 luglio 1482 contro detentori di beni mobili di proprietà del convento. Alla fine del '400 comincia ad apparire la denominazione di chiesa di S. Francesco. Della cappella di S. Michele arc. negli anni 1581-1582 era titolare Giacomo Margareti con un reddito di cinque some di grano, di cui una coppa era dovuta ai frati. In questa cappella era eretta la Confraternita del Nome di Dio composta di uomini e di donne. In quello stesso tempo era rettore della cappella di S. Antonio di Padova Cesare Mazzutelli. Il Feliciangeli dice che il p. Rodolfo da Tossignano, al secolo Pietro Ridolfi, che poi fu vescovo di Senigallia (1591-1601), vide nel nostro convento un manoscritto col trattato teologico De firma fide di fra Sante Boncore della provincia della Marca, dove si esaltano le virtù religiose di S. Bernardino da Siena. L'anno 1695 i conventuali di Serra pagavano una tassa di 12 baiocchi e mezzo per spogli, galere e collette, corrispondenti ai 12 paoli e mezzo che pagheranno nel 1698 al capitolo della cattedrale di Camerino. La comunità francescana non dovette mai essere molto numerosa, almeno dal sec. XVII in poi. In un anno non precisato del '700 aveva appena quattro sacerdoti e due laici. Il Bacchini ci assicura che ancora nel 1712 la chiesa alternava il titolo di S. Michele a quello di S. Francesco ed aveva sette altari. Ambito luogo di sepoltura era il tempio francescano. La famiglia del defunto che avesse scelto qui la propria sepoltura doveva al convento una coppa di grano, come si rileva da una sentenza del card. Nicola Spinola, pro-uditore della Camera Apostolica (7 ottobre 1716) che confermava questo diritto ai frati. Una lettera autografa del frate Francesco Maria Nucciarelli, guardiano del convento, del 9 marzo 1717 diretta a Cesare Pieragostini di Camerino, trattava la vendita di una casa. Al Nucciarelli troviamo succeduto nella funzione di guardiano nel 1719 il serrano Francesco Giuseppe Corvini. A Nicolò Antonio Natalini, anch'egli conventuale di Serra, vissuto tra i sec. XVIII e XIX - poi passato al clero secolare camerinese e divenuto parroco di Torrone di Dinazzano - appartennero i mss. 113-127 della Biblioteca Valentiniana di Camerino provenienti dal convento di S. Angelo della stessa città e contenenti lezioni di filosofia, teologia, aritmetica, algebra, geometria e fisica tenute dal camerinese frate Giacomo Moretti nei conventi di Ascoli e Falerone negli anni 1802-1806. I conventuali rimasero a Serra ed ufficiarono la chiesa fino al 1808, quando avvenne la soppressione napoleonica. In seguito a questo evento il titolo e la funzione della chiesa arcipretale di S. Clemente, divenuta inagibile, passarono a quella di S. Francesco. L'arciprete Mauri desume la più antica testimonianza di questo trasferimento dal 111 libro dei defunti della sua chiesa parrocchiale, dove in data 9 ottobre 181 1 è segnato il nome di tale Francesca Bacchini di Nicolò, la quale venne seppellita in quel giorno a S. Francesco al presente chiesa parrocchiale. Il convento con la demaniazione divenne proprietà del comune. Una dichiarazione dell'Amministrazione Pontificia Generale di Macerata del 19 giugno 1816 autorizzava l'amministratore dei Beni Ecclesiastici di Camerino ad assegnare all'arciprete una porzione del locale dei Conventuali meramente bastante alla stia individuale abitazione. Nel 1884 nel rimanente fabbricato era ospitata la scuola elementare. L'arciprete Francalancia dal 22 dicembre 1921 abitò l'ala ovest del convento e nel 1924 si trasferì nei due lati già occupati da circa venti anni dai carabinieri. Succeduto nel 1947 l'arciprete Mauri, riscattò dal Comune, con regolare atto di compra-vendita in data 13 gennaio 1950, tutta l'ala a ponente del convento, ridotta in pessime condizioni di manutenzione e di stabilità, per la somma di L. 345.000, salite poi ad oltre 400.000 con le spese notarili e di voltura. Ne ricavò un cinema-teatro rispondendo così alle aspirazioni dei paesani straordinariamente appassionati all'arte drammatica, tantochè vi era già funzionante una sia pur modesta filodrammatica con due gruppi distinti, maschile e femminile. Nel piano sovrastante furono sistemati locali per uso pastorale. Il teatro è tuttora funzionante ed in ottimo stato, mentre il cinema cessò definitivamente il 3 maggio 1963 dopo aver proiettato 258 film. Pure all'iniziativa del Mauri e alla munificenza della signorina Emma Mari, che donò la sua casa per residenza delle suore, si deve l'istituzione della Scuola Materna Parrocchiale inaugurata l'8 dicembre 1954 nella casa della parrocchia presso la chiesa di S. Maria di Piazza, diretta dalle suore della Congregazione di S. Giuseppe di Torino, le quali diressero anche una scuola di lavoro per ragazze fino al 6 dicembre 1964. L'utilissima istituzione proseguì con maestre laiche fino al 1972, quando, per la scarsità dei bambini e dei mezzi, fu definitivamente chiusa.

(1) Il breve è riferito in Schede Feliciangeli B 11 n nella Biblioteca Valentiniana di Camerino dall'Archivio Vaticano, Reg. 73, c. 399r, Giovanni XXIIa. VI ep. 1168. Il Fel. cita il Wadding, Vll, 137, che però non riporta il documento che noi qui di seguito riferiamo. La data è errata negli storici che segnano il 1 agosto (Kalendis) invece del 13 (Idibus): Dilecto filio ministro fratrum ordinis Minorum in Marchia Anconitana (...) Petitionis tue nobis exhibite series (?) continebat quod locus fratrum ordinis Minorum extra castrum Serre, Camerinen. dioces.., est adeo in loco pericoloso, suspecto et dubio situatus quod fratres in ipso degentes quiete nequeant domino impendere famulatum. Quare nobis humiliter supplicasti ut providere tibi ac fratribus ipsis de oportunis (!) remedio dignaremur. Nos itaque, tuis supplicationibus inclinati inclinati ut fratres ipsi quietius et comodius valeant domino deservire, transferendi dictum locum seumutandi cum capella(!) domibus et aliis necessariis officiariis prope dictum castrum in loco magis commodo, idoneo et securo, constitutione fel. reg. Bon. pp. VIII pred. nostri et qualicumque (!) aliis contrariis non obstantibus, pienam et liberam tibi concedimus, tenore presentium, facultatem. Nulli etc. nostre concessionis etc. Datum Avinion. Id. Augusti anno sexto.

(2) Già nel 1343, secondo l'Eubel, la custodia di Camerino, una delle 7 della Marca, contava 11 conventi (Camerino, Civitanova, Macerata, Montelupone, Montemilone (Pollenza), Montesanto (Potenza Picena), Morro (Mor-rovalle), Pioraco, Pontelatrave, San Severino e Serrapetrona). Nel '600 annoverava anche il convento di Sant'Anatolia (Esanatoglia). Quello di Serrapetrona contava in quel tempo appena 4 sacerdoti e 2 laici.

(3) Serrapetronum in territorio Camerinensi commemoratio beati loannis Martello Confessoris magnae sanctitatis viri.

(4) Nota quod semper IV Dominica Iulii est festum consecrationis Ecclesiae S. Michaelis de Serra.


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