La produzione della Vernaccia risale al xv sec. Dagli statuti è possibile leggere il divieto di gettar fecce di vino per le vie del castello, ma non v'è alcun cenno alla Vernaccia. È supponibile che da antica data questo prodotto sia uno dei più accreditati del territorio.
Zona di produzione - Sono da considerarsi idonei i vigneti di
giacitura ed orientamento adatti con una altitudine non superiore ai 700 metri; sono
esclusi i terreni di fondovalle o non sufficientemente soleggiati e quelli preminentemente
argillosi. La vite della Vernaccia prospera particolarmente tra la zona di Caccamo al Lago
e il displuvio del Potenza, interessando anche i territori di Belforte e di S.Severino. Ha
però il suo centro a Serrapetrona e a buon diritto ne prende nome. La tradizione vuole
che nel medioevo un capitano polacco, passando per Borgiano, scoperta la bontà della
Vernaccia, esclamasse: "Domine, Domine, quare non
borgianasti regiones nostras?" (Signore, Signore, perchè non hai fatto
le nostre terre come Borgiano?).
Innumerevoli sono oggi le vigne con vitigno "Vernaccia". Da Tolentino verso
Serrapetrona la strada è tutta in saliscendi, in pochi chilometri sembra passare dalla
pianura alla montagna. Con lo sguardo si vedono le distese di viti che producono la
Vernaccia, che è esportata all'estero in piccole quantità. La Vernaccia di Serrapetrona
è un vino D.O.C. ufficialmente riconosciuto e protetto dal D.P.R. del 22-07-71. Ricavato
da uve rosse a piccoli chicchi è prodotto in una ristretta zona dell'entroterra
maceratese e principalmente nel territorio comunale di Serrapetrona, dove la natura del
terreno ed il clima ideale, danno uve deccezionale qualità. Pur essendo un vino
antico, per le qualità contadine delle nostre zone, necessita di una presentazione
particolare per esaltarne la qualità in tutte le sue sfumature e considerarne le
caratteristiche particolari.
È un vino "dessert", gradevolmente amarognolo, la sua gradazione minima e di 11,5 °C; va servito a temperatura ambiente. La vendemmia della Vernaccia avviene qualche mese dopo quella delle comuni uve, verso la fine del mese di ottobre o i primi di novembre. Al "vitigno-base", appunto la Vernaccia, si possono aggiungere altre uve come il San Giovese, Ciliegiolo e Montepulciano, da sole o congiuntamente, fino ad un massimo del 15% del totale. La Vernaccia di Serrapetrona al consumo deve presentarsi con le seguenti caratteristiche: spuma persistente a grana fine, colore dal granatop al rubino, odore aromatico, contenuto di zucchero ridotto, non inferiore a 10 grammi per litro, acidità totale minima 5,5 per mille, estratto secco minimo 22 per mille. Il processo di vinificazione dell'uva non deve superare i 120 quintali per ettaro. Non più del 60% delle uve deve essere vinificato normalmente all'atto della vendemmia; il restante 40% deve sottoposto ad appassimento naturale. Il mosto ottenuto va poi unito al prodotto derivante dalle uve fresche. La spumantizzazione avviene mediante fermentazione naturale. La resa totale dell'uva vino-spumante non deve essere superiore al 58%. Il passito è importante sia per alzare la gradazione sia per dare stabilità al vino che, volendo, può anche essere invecchiato senza perdere la sua caratteristica freschezza. Nella zona di Serrapetrona la Vernaccia annualmente è prodotta in 2000/3000 bottiglie. Questo vino spumante da dessert è abbastanza raro ed è venduto a circa £ 3500 alla bottiglia, mentre il valore commerciale è valutato nell'ordine delle £ 5000-6000.
Quindi il Vino di Serrapetrona rimane un'attività in pieno vigore ed è entrato nelle manifestazioni folcloristiche estive con la "Sagra della Vernaccia" che si celebra ogni anno in agosto con grande afflusso di pubblico anche da oltre i confini della provincia. La sagra è sorta gradualmente, quasi una spontanea creazione paesana, come espressione dattualità ed ha preso forma piena fin dagli anni '60, organizzata e condotta dalla Pro Loco.